Non potevi sentirti realmente introdotto” in quel mondo “fino a quando Weinstein non ti faceva piangere“. A parlare è l’attrice Sienna Miller, ricordando le collaborazioni sul set con il produttore Harvey Weinstein, oggi in prigione dove sconta la pena di 23 anni di reclusione per violenza sessuale e stupro.

Il fatto che fossi la sua ragazza“, riferendosi ai tempi in cui la Miller era fidanzata con l’attore britannico Jude Law, “è stata probabilmente una protezione“. Infatti il produttore e Law collaborarono sui set de “Il talento di Mr.Ripley” e “Cold Mountain” e oltretutto “Jude era un nome importante per Harvey“.

Con l’attore la relazione durò dal 2003 al 2011 e, come ha ricordato nell’intervista al Guardian, Sienna Miller nel 2006 era impegnata in “Factory Girl” insieme a Weinstein, quindi era ancora fidanzata di Jude. Tuttavia secondo l’attrice non è stato il solo fidanzato di allora a proteggerla, ma anche il rapporto personale che aveva con il produttore.

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Sienna Miller lo chiamava “papà

Fin dal primo giorno l’ho chiamato Harvey “Pops”, il ché ha sicuramente aiutato“. Tradotto: lo chiamava papà. Abbastanza, secondo la Miller, per non far venire strani pensieri in testa a Weinstein. Tuttavia c’è stato qualche episodio dove ha subito l’ira di Harvey più che tentativi di molestie, sebbene lei stessa giura di non essersi sentita “mai in pericolo” con lui.

Proprio sul set, mentre era presa a interpretare Sophie Whitehouse nella miniserie Netflix Anatomia di uno scandalo“, il produttore la chiamò dicendole di recarsi immediatamente al suo ufficio. Dopo avergli fatto presente di essere sul set con tutta la troupe, “sto provando“, si è sentita urlare “ora!” e le ha mandato “una macchina a prendermi“.

Una volta giunta nell’ufficio di lui e dopo essersi seduta sotto autorizzazione del furioso produttore, questo le disse “non uscirai più, c****o, non andrai più a una festa“. L’attrice rivela che proprio in quel periodo effettivamente “mi stavo divertendo molto” sebbene facesse sempre “in modo di arrivare al lavoro in tempo“.

“Non potevi sentirti realmente introdotto fino a quando Weinstein non ti faceva piangere”

Harvey Weinstein

Lui era sopra di me” ha ricordato “che ero seduta con le labbra tremanti, poi è uscito sbattendo la porta“. Tornò e urlò “è perché sono fottutamente orgoglioso di te” e andò di nuovo via sbattendo ancora la porta. Quindi lei scoppiò in lacrime che, come la Miller ha ricordato, erano come la benedizione per essere “accettati” in quell’ambiente. “Non potevi sentirti realmente introdotto fino a quando Weinstein non ti faceva piangere“.

Al momento lei aveva immaginato che “i produttori di Hollywood facessero così e sentivo che in questo modo lui mi aveva dato la conferma più grande ed ero davvero grata“. Ma poi afferma “non sapevo che stuprasse la gente“. Una volta le aveva chiesto “un incontro in hotel, e io ho portato degli altri produttori ed è stato innocuo. Non ho mai ricevuto avance da nessuno per un lavoro“.