La fine del mondo è vicina? Sicuramente non stiamo vivendo momenti molto felici di recente, in particolar modo negli ultimi due anni. Siamo reduci dall’esplosione della pandemia da Covid-19 di fine febbraio e inizio marzo 2020, contro la quale stiamo ancora combattendo. Ma soprattutto, ancor più recentemente, stiamo tutti seguendo con ansia i terribili sviluppi della guerra in Ucraina.
Non possiamo di certo definirci in un periodo storico fortunato e con gli aggiornamenti provenienti in merito alla guerra rischiamo di ritrovarci dinanzi a scenari terribili. La minaccia di una terza guerra mondiale, con eventuale inclusione del nucleare, sembrano circostanze non così remote. Tuttavia ci auguriamo che la lista che stiamo per proporvi non aumenti…e se così fosse, ci auguriamo di poterlo ancora raccontare come stiamo per fare ora.
Dunque ecco i 10 eventi più significativi in cui l’umanità e il nostro amato Pianeta hanno rischiato di scomparire per sempre. La lista comincia dagli eventi più remoti, decisamente remoti, fino ai giorni nostri. Abbiamo stilato per voi la lista in ordine cronologico e non ci resta che immergerci.
Ci chiediamo quanto manca o se avverrà mai la fine del mondo, c’è chi si affida agli scritti della Bibbia o alla parola degli scienziati passando dalla profezia dei Maya ma per ora…eccovi la lista:
In ordine cronologico, i 10 eventi in cui abbiamo rischiato la fine del mondo
Il cratere di Chicxulub

L’evento risale a circa 65,95 milioni di anni fa. Era il periodo storico tra il Cretaceo (terzo e ultimo periodo dell’era Mesozoica, preceduto dal Giurassico) e quello successivo detto Paleogene (il primo dei tre periodi complessivi del Cenozoico, ultima era del Fanerozoico).
Il cratere di Chicxulub avrebbe portato alla completa estinzione dell’umanità. Così come a causa dell’impatto si estinsero i dinosauri.
Il meteorite era di proporzioni quasi planetesimali, tra i 10 e i 14 chilometri di diametro. L’energia cinetica liberata nell’impatto è stimata tra i 100.000.000 e i 2.390.000.000 di megatoni. L’evento provocò uno tsunami gigantesco che si propagò a cerchi concentrici verso ogni direzione. A farne maggiormente le spese fu Cuba.
L’impatto portò il Pianeta a combattere per molti anni contro la nube tossica che ne copriva la superficie. L’emissione delle particelle tossiche provocò cambiamenti climatici simili all’inverno nucleare.
Altre stime propongono un diametro tra i 10 e gli 81 chilometri con una energia cinetica tra i miliardi e le decine di miliardi di megatoni. Il cratere è sepolto sotto la penisola dello Yucatàn. La parte centrale dello stesso è localizzata nei pressi del paese di Chicxulub, nel Messico.
La cometa Bonilla che sfiorò la Terra

Facciamo un lungo, anzi lunghissimo, balzo in avanti e piombiamo direttamente nel 1883.
Il 12 agosto di quell’anno l’astronomo José Bonilla rilevò molti oggetti “attraversare” il sole. L’evento si ripetette anche il 13 agosto. Tre anni dopo l’astronomo pubblica le sue osservazione in una rivista francese che però interpreta i corpi come ufo. Tuttavia la National Autonomous University of Mexico di recente ha confermato si trattasse di una cometa.
Le osservazioni dell’astronomo dal quale la cometa prende il nome, durarono quattro ore a sessione. Secondo una stima sembrerebbe che Bonilla abbia visto sorvolare 130 oggetti all’ora. Il ché, tradotto, significherebbe un totale circa di 3000 frammenti. Ci pensiamo? 3000 oggetti che hanno sfiorato la Terra durante il loro passaggio. A una distanza tra i 500 e gli 8000 chilometri, secondo il calcolo degli esperti.
Ce la siamo ben scampata. Infatti sarebbe bastato uno solo di quegli oggetti, anche con un diametro di dieci metri, per creare un impatto sulla terra capace di generare un’energia distruttiva pari a quella della bomba atomica di Nagasaki! Poiché i frammenti viaggiavano all’impressionante velocità di 10km/s.
La provenienza dei corpi ad oggi resta un mistero. Secondo gli esperti gli oggetti appartenevano alla cometa periodica 12P/Pons-Brooks, il quale prossimo passaggio è in previsione tra un paio di anni. Secondo altri si trattava della cometa C/1883 D1. Tuttavia c’è anche chi non è mai riuscito ad assegnare una giusta provenienza, circostanza che lascia un velo di misero.
L’esplosione dell’atmosfera con il progetto Manhattan

Nel 1942 prese piede il progetto Manhattan. Un programma di ricerca e sviluppo in ambito militare che portò alla realizzazione delle prime bombe atomiche. All’inizio le aspettative erano incentrate solo sugli sviluppi di un semplice gruppo di ricerca di New York, senza particolari investimenti.
Il programma nucleare nazista diede però un’impennata al progetto diretto scientificamente da Robert Oppenheimer e militarmente dal generale Leslie Groves. Il programma durò per quattro anni e passò ad avere ben 130 mila addetti ai lavori per un costo di due miliardi di dollari, l’equivalente di ben 28 miliardi di oggi.
L’umanità e il nostro Pianeta rischiarono quando gli scienziati vennero a conoscenza di una remota possibilità che l’esplosione della bomba avrebbe potuto “incendiare” l’atmosfera. Evento che avrebbe di fatto portato alla fine del mondo. Sebbene l’evento era ritenuto altamente improbabile, restava una lontana possibilità di andare incontro alla catastrofe globale. L’informazione restò segreta e nota solo agli stessi scienziati.
L’incendio nel reattore nucleare di Windscale

Avanziamo al 7 ottobre del 1957. Protagonista, in negativo, la Gran Bretagna. L’evento è ricordato come “la Chernobyl inglese” ed è classificato sul livello 5 di catastroficità. Nel reattore nucleare, durante la ricottura del moderatore di neutroni, si sviluppò un incendio in un canale che si propagò velocemente a tutti gli altri (150) dell’intero nocciolo del reattore nucleare a gas.
Le fiamme divamparono per ben quattro giorni durante i quali vennero applicati tutti i processi di spegnimento. Tuttavia l’acqua impiegata nell’operazione generò una nube radioattiva pari a un decimo della bomba atomica di Hiroshima.
L’incidente porta livelli di radioattività pari a venti volte oltre lo standard in quel di Londra, distante ben 500 chilometri da dove è avvenuto l’incendio. In seguito verrà vietato il consumo di latte entro un raggio di 50 chilometri.
L’episodio portò con sé inevitabili conseguenze come malattie, leucemie e tumori. Si stimano 300 morti per cause relative all’evento, tuttavia i dati potrebbero essere sottostimati.
Guerra nucleare con la crisi missilistica di Cuba

Ora ci tuffiamo nel 1962 ma la storia della crisi missilistica di Cuba ricorda molto i tempi attuali. L’evento rappresenta uno dei momenti più turbolenti della Guerra Fredda e allora, come oggi, si rischiò una guerra nucleare. Neanche a dirlo, protagonisti la vecchia Unione Sovietica e gli USA.
L’ex Unione Sovietica dispose i suoi missili balistici a Cuba, alle porte degli Stati Uniti in risposta al dispiegamento dei missili di questi ultimi in Italia, Turchia e Gran Bretagna. Sebbene il Cremlino, come spesso accade, negò la presenza al confine con la Florida, le foto immortalate provarono l’opposto.
Gli USA allestirono dunque un blocco militare per evitare altri missili e chiedono lo smantellamento e la spedizione in Unione Sovietica di quelli presenti.
La tensione si tagliava con un coltello ma dopo tanto tempo, grazie ai negoziati tra i due presidenti, John F. Kennedy e Nikita Chruščёv, si arrivò all’accordo. I missili sovietici vennero riportati in patria e in segreto anche gli Stati Uniti fecero lo stesso con i loro missili dispiegati in Europa.
Vedi anche: RITROVA L’ANELLO DI FIDANZAMENTO DOPO AVERLO PERSO 13 ANNI PRIMA: ERA NELL’ORTO E AVEVA UNA CAROTA INFILATA
La guerra atomica sventata dal tenente colonnello Stanislav Petrov

Nel 1983 ci siamo salvati grazie al tenente colonnello Stanislav Petrov e chissà, magari qualcun altro al suo posto probabilmente avrebbe potuto condurci alla fine del mondo.
Petrov era alla base militare Serpukhov-15 dove monitorava attraverso i suoi display i segnali dei satelliti piazzati in orbita per osservare eventuali lanci di missili da parte dei nemici.
Il sistema di allerta è progettato (anche da lui stesso) per reagire in maniera immediata al contrattacco. Il calendario indicava il 26 settembre e Petrov lavorava di notte quando ad un tratto scattò un allarme: gli Stati Uniti stavano attaccando con un missile che in un attimo diventarono cinque.
Il display del bunker dove si trovava non poteva sbagliare: stavano attaccando, serviva una pronta reazione immediata. Improvvisamente però Petrov decise che si trattava di un falso allarme, secondo i suoi calcoli non poteva essere.
Petrov ha mostrato sangue freddo e una razionalità fuori dal normale in un momento così. Doti che ci hanno salvato perché qualora la Russia avesse attaccato, in un attimo l’umanità si sarebbe ritrovata nella terza guerra mondiale. Sempre se avesse avuto il tempo di pensarci visto il nucleare in gioco.
Quella notte non ci fu alcun attacco statunitense ed ebbe ragione Petrov contraddicendo il display e il sistema che lui stesso contribuì a realizzare. Secondo il militare era altamente improbabile che l’America potesse attaccare con solo cinque testate come primo attacco. Una decisione saggia che però non gli ha mai fruttato il riconoscimento a “eroe” nella sua Nazione.
Il disastro di Chernobyl

Ancora attuale e non bisognoso di particolari premesse anche grazie ad impegni cinematografici che ne hanno dettagliatamente raccontato la storia, il disastro di Cherbobyl è stato classificato al settimo livello della scala di catastroficità.
Il 26 aprile del 1986 un errore nei test di sicurezza generò un’esplosione al reattore numero 4 della centrale dell’allora Repubblica Socialista Sovietica Ucraina. Il materiale radioattivo che venne fuori era di proporzioni catastrofiche.
Tutte le vaste aree attorno alla centrale vennero seriamente contaminate. La contaminazione atmosferica fu catastrofica. Il lavoro dei vigili del fuoco delle stazioni limitrofe furono provvidenziali nel domare gli incendi. Tuttavia non riuscirono a contenere le fiamme provenienti dal nocciolo né a fermare l’emissione radioattiva, già a livelli pazzeschi.
Nei giorni successivi vennero utilizzati elicotteri militari per spargere sabbia e boro sul nocciolo nel tentativo di coprirlo. Dalla zona furono evacuate circa 336 mila persone che non sono mai più tornate nelle loro abitazioni.
Secondo Greenpeace, l’organizzazione non governativa ambientalista e pacifista, si stimano circa sei milioni di morti in 70 anni riconducibili al disastroso evento.
L’asteroide 4581 Asclepius

Era proprio il 22 marzo e sta ricorrendo l’anniversario di questo evento che avrebbe potuto decretare la fine del mondo. Asclepius è un asteroide che prese il nome dalla divinità della medicina nella mitologia greca. Nel 1989 l’asteroide superò ogni record di avvicinamento alla Terra passando a circa 684 mila chilometri di distanza.
Pensate che il punto dove passò l’asteroide quel giorno è lo stesso che la terra attraversò solo sei ore prima! L’eventuale scontro avrebbe comportato un’esplosione equivalente a 600 megatron di una bomba atomica.
Hyakutake

Ancor più recentemente, la cometa di Hyakutake, ha rischiato di avere il temuto “ruolo” di decretare la fine del mondo. Era il 30 gennaio del 1996 quando fu scoperta e solo un paio di mesi dopo passò così vicina a noi che l’evento è rientrato tra gli avvicinamenti cometari più prossimi alla Terra.
La cometa, che fu indicata come la Grande Cometa del 1996, fu visibile a un vastissimo numero di persone in tutto il mondo e di notte appariva molto luminosa. Tra le scoperte che fruttarono dopo le osservazioni scientifiche, fu rilevata un’emissione di raggi x dal corpo cometario. Gli scienziati ritengono sia stato dovuto a causa dell’interazione di particelle ionizzate del vento solare con gli atomi neutri della chioma della cometa.
2012

Ne sono state dette di ogni riguardo l’ormai storica data del 2012. Tutto nacque dalla previsione Maya secondo la quale il 21 dicembre di quell’anno sarebbe dovuta avvenire la fine del mondo. Le interpretazioni “new age” ci condussero verso due versioni: un cataclisma, una catastrofe o un disastro ambientale di qualsiasi tipo che avrebbe decretato la fine di tutto; un nuovo inizio, un periodo di pace globale e rivoluzione spirituale.
Sicuramente la prima versione fortunatamente non ci riguardò, sulla seconda è difficile esprimersi. Tuttavia non è proprio detto che il calcolo sulla fine del mondo dei Maya fosse errato. Infatti in quell’anno la terra sfiorò una tempesta solare che sarebbe stata la più potente degli ultimi 100 anni.
La terra abbandonò lo spazio colpito dalla tempesta solare appena sette giorni prima, altrimenti avremmo dovuto far fronte a un disastroso blackout che ci avrebbe ricondotti al Medioevo.